Il nostro viaggio a Ikaria è finito. Abbiamo indagato, posto domande, conosciuto gente, fatto cose. E’ un’isola bellissima. In certe cose sembra ferma a cinquant’anni fa.
Il tempo è volato. Non siamo riusciti a vederla tutta, ci vorrebbe più tempo.
Torneremo in Italia senza avere una risposta certa sull’effetto-longevità di Ikaria. Per ora possiamo solo confermare che i dolori al ginocchio sono scomparsi, quelli alla cervicale pure. Chissà se l’effetto durerà, vi faremo sapere.
Questa esperienza in Grecia ci lascia però alcuni interrogativi che non siamo riusciti a spiegare.
1
Ma se qua sono tutti centenari, chi lavora?
2
Dopo una settimana di cure con l’acqua radioattiva, poi all’aeroporto faccio suonare il metal detector?
3
La musica greca è una lagna tremenda che sembra sempre uguale. Ma non hanno mai sentito parlare, per dire, di Pupo?
4
Perché le giovani turiste inglesi cadono ai piedi di Vassilis, il pescatore play-boy, che somiglia a Anthony Quinn ma in brutto?
5
Su una cosa ci battono. Il wi-fi è diffuso dappertutto, forte e gratuito. In ogni bar, albergo, b&b, piazza, spiaggia, sei connesso che è una meraviglia. Non è che siamo noi a dover imparare qualcosa da loro?

Noi derelitti usciti dalle terme.
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